05 marzo 2024

Auguri Lucio

 Auguri Lucio. 81 ❤ 5 marzo 1943 - 5 marzo 2024

28 giugno 2023


È morto Italo Lupi, grande progettista della grafica e della comunicazione italiana.


Gli è dovuto, da parte mia, un saluto d’addio e il riconoscimento di essere stato il migliore grafico italiano di sempre. Senz’altro superiore ai maestri della generazione precedente che la professione del grafico l’avevano inventata. Superiore a professionisti come Albe Steiner, Massimo Vignelli, Pino Tovaglia e Michele Provinciali per citare gl’italiani o come Max Huber o Bob Noorda: valentissimi professionisti senza dubbio ma superati dalla sua professionalità.


La freschezza dei progetti di Italo Lupi è sempre stata il suo segno distintivo, non c’era niente da fare: tutto quello che produceva piaceva e convinceva: per l’uso del lettering, del colore, delle composizioni, delle immagini che utilizzatva e delle citazioni, sempre colte e nello stesso tempo leggere e spiritose.

Personalmente, essendo anch’io un grafico, ho sempre guardato al suo lavoro con ammirazione e come un esempio da seguire.

Lo conoscevo da moltissimi anni ma frequentati poco, però qualche volta sì, ed era sempre un piacere: persona gentile e colta. L’ultimo incontro è stato davvero casuale: tutti e due a consumare la colazione del mattino con cappuccino e brioche al banco di un caffè del centro di Milano, due chiacchiere di circostanza e poi un cordiale saluto, l’ultimo. Bravo Italo, eri un fuoriclasse!


Il suo ritratto fatto col lettering risale al 2011, quando intervenne alla mostra dei 50 ritratti che feci alla Fabbrica del Vapore. Una bella serata che onorò con la sua presenza.


Addio Italo.

19 marzo 2023

I 2 Lucio

4 e 5 marzo 1943.
Ottant'anni fa, ma ormai non conta più, la loro età si è fermata a quella dei nostri ricordi e lì vivranno per sempre.
Le loro canzoni ci hanno fatto tanta compagnia e di questo li ringraziamo, di più: le sensazioni che ci hanno trasmesso non le dimenticheremo facilmente: ci avete commosso con intelligenza, con sensibilità, con malinconia. Non fa male commuoversi.
 

25 aprile 2022

Catherine

È mancata qualche giorno fa Catherine Spaak, attrice e cantante francese ma di fatto italiana fin dai primi anni Sessanta quando appena diciottenne si fece conoscere come bellezza fresca, garbata ma allo stesso tempo un po’ trasgressiva in alcune commedie cinematografiche di successo. 
Ha lasciato un segno il suo passaggio sugli schermi in quegli anni, che ritengo essere il suo periodo professionale migliore, poi una carriera dignitosa ma non eclatante.

Per salutarla e renderle omaggio cito solo alcuni fra i tanti film dell’epoca. 


La voglia matta (1962)

Il sorpasso (1962)

La parmigiana (1963)

L’armata Brancaleone (1966)

Ciao Catherine. 

02 agosto 2021

A Enzo Mari

Ho recentemente visitato alla Triennale di Milano la mostra dedicata a Enzo Mari e ai suoi 60 anni di attività progettuale nel design, nell'arte, nell'architettura, nella grafica e più in generale alle sue riflessioni teoriche su queste discipline. Una mostra vasta, esauriente, interessante.
Per una strana coincidenza EM moriva due giorni dopo l'inaugurazione dell'esposizione (ottobre 2020), stroncato dalle complicazioni del Covid-19, come se si volesse negare a questa celebrazione che aveva accettato ma forse con una certa riluttanza.

Lo ebbi come insegnante alla scuola di grafica dell’Umanitaria tanti anni fa e già allora come professore preferiva assestare agli studenti delle secche frustate, metaforicamente parlando, piuttosto che comprensivi consigli. Per carità niente di non sopportabile e forse anche necessario ai fini didattici. Era fatto così e non portava neanche la barba, allora non si usava.

Comunque quando si conosce un professionista di questo valore poi lo si segue, o meglio: lo si osserva sempre un po’ anche dopo, magari da lontano, per curiosità, per stima o semplicemente perché è stato un incontro del nostro passato.

Il termine che più lo ha caratterizzato è sicuramente “rigore”, e mi fece molto sorridere una sua affermazione durante una delle tante interviste sulla professione del designer dove definiva la “creatività”, intesa come fantasia, trasgressione, desiderio di stupire, come la vera porta dell’inferno che si spalanca davanti al progettista fino ad inghiottirlo. Una metafora che ben spiega, meglio di tante dotte pagine, il suo pensiero e il suo metodo di lavoro.

È sempre lui nelle tre foto in alto: quando lo conobbi da studente; trasformato in progettista militante; anziano e disincantato osservatore del mondo.

Un bel progetto degli anni Sessanta: un calendario perpetuo a cavallo tra design e grafica.

02 settembre 2020

In memoriam

Philippe Daverio 1949 - 2020

18 aprile 2020

Cinquant'anni dopo


18 aprile 1970, cinquant'anni fa, anche quel giorno era sabato ed io partivo per il servizio militare.
I miei genitori erano impegnati col loro lavoro al mercato di Treviglio e a prendere il treno alla stazione Centrale ci andai accompagnato da un amico: Alberto.
Iniziava un'esperienza di 14 mesi che un po' mi avrebbe cambiato. Finiva l'età dell'adolescenza e arrivava l'età adulta. Questo passaggio l'ho sentito soprattutto al rientro, tutto era cambiato, le vecchie abitudini spazzate via.
Erano cominciati gli anni Settanta.
La foto è di qualche mese dopo, iniziava l'inverno.

18 dicembre 2019

12 dicembre 1969


Piazza Fontana, cinquant'anni dopo.
Un'eternità nella vita di una persona, eppure sono trascorsi tutti, ma non potremo mai dimenticare l'orrore e lo stupore di quel 12 dicembre 1969.
Finivano gli anni Sessanta, un'epoca dolce, ottimista, fiduciosa e ne cominciava un'altra, la stagione del terrorismo: tragica, sciagurata, pesante.
Improvvisamente gli italiani non erano più quelli di prima, si ritrovarono trasformati, spaventati, increduli. Da lì tutto cambiò.
Commemoro con rispetto le 17 vittime della strage e le loro famiglie, le vere condannate all'ergastolo per quest'ignobile reato, e lo faccio per non dimenticare. Mai.
Nessuno ha pagato veramente.
Lo Stato ha fallito, la Giustizia ha fallito. E la Storia?

13 ottobre 2019

Abbiamo perso!


Abbiamo perso! È così.
Forse abbiamo definitivamente perso la battaglia per avere e vivere in un mondo dove si persegue la bellezza.
La foto è quella di un'affissione stradale dedicata a un marchio di moda giovanile e il ragazzo (modello?) fotografato è quello che è.
Molto spesso nei momenti di sconforto nel vedere come "progredisce" la nostra società mi ripeto queste parole: "la bellezza salverà il mondo".
Non ricordo chi le abbia pronunciate per primo, in tanti le hanno ripetute e fatte proprie, poco importa, mi servivano di conforto e di speranza, ma adesso dopo aver visto qual è il modello di stile a cui si affida questo marchio per veicolare il suo prodotto mi sento sfinito.
Eh sì, le belle persone devono esserlo dentro, di sicuro, ma forse anche un po' fuori non guasterebbe.
Sempre più deluso.

Carlo

26 settembre 2019

Dagli all'untore


Oggi pomeriggio sono salito su un tram, mi siedo e subito avverto un leggero ma costante odore di merda che aleggia intorno a me.
Guardo alla mia sinistra: c’è un giovanotto che sta consultando il suo smartphone, normale penso. Sbircio alla mia destra: una signora distinta e di una certa età guarda dritto davanti a sé. Normale anche questo. Ma chi sarà il portatore del tanfo?
Va bene non ci penso più e faccio diverse fermate immerso e circonfuso dall’odore prima di scendere. Finalmente giù.
Cammino per più di un’ora e mezza prima di riprendere il tram, un altro, per tornare a casa. Appena seduto avverto di nuovo il tanfo di prima. Cavolo, come può essere?  Con cautela guardo sotto la mia scarpa sinistra. Sorpresa: ben distribuita sotto la suola scolpita affiora un abbondante escremento canino. Sono io!
Morale: siamo istintivamente portati a cercare sempre negli altri la responsabilità degli inconvenienti, dei guai, delle calamità e quant’altro succede di male intorno a noi. Perché?
Meglio sarebbe prima controllare noi stessi, le nostre responsabilità, i nostri comportamenti. 
Questo è l’andazzo, l’accaduto mi ha fatto riflettere e… pulire i mocassini.

21 settembre 2019

Ho ceduto alla nostalgia

Ho ceduto alla nostalgia lo ammetto.
Ecco una foto di tanti anni fa di quand'ero boy scout insieme a tutta la squadriglia Daini di cui facevo parte nel reparto Milano 1°.
Io sono il più piccolo dello schieramento, il secondo da sinistra, un po' impettito ma molto fiero di far parte di questo gruppo e di questa esperienza educativa che tanto mi ha dato e di cui conservo un ricordo totalmente positivo.
Era il 1962 e avevo dodici anni, una personalità da formare e tanta fiducia nel futuro.
Chissà che fine hanno fatto i compagni di questa meravigliosa avventura? A parte lo scout col foulard bianco, Alberto, col quale sono ancora amico e in costante contatto, tutti gli altri non li ho più incontrati ne visti, neanche per caso, probabilmente se accadesse non li riconoscerei neppure. Certo: non tutti erano simpatici, come ad esempio il terzo da sinistra che si chiamava Paolo se non sbaglio, un insopportabile ragazzo pieno di superbia che non perdeva occasione per fare osservazioni a tutti. Capita, ma complessivamente era una bella convivenza tra vita all'aria aperta, campeggi in tenda, montagne e bivacchi intorno al fuoco.
Alti tempi, altri ricordi. Però belli!

Carlo

07 dicembre 2018

È arrivato Natale


Come ogni anno il presepe ha trovato la sua collocazione nel nostro soggiorno di casa.
Per trenta giorni ci faranno compagnia le belle statuine di legno di San Giuseppe, la Madonna, il Bambino e qualche altra. Poche per la verità ma a noi piace così e ci basta per rallegrare le feste e per farci un po' di compagnia.
Speriamo che venga qualche bambino a trovarci e sgrani gli occhi nel vedere la sacra rappresentazione della Natività che abbiamo preparato, c'è tanto bisogno di buoni sentimenti.

13 novembre 2018

Le torri coi peli


Milano, torri residenziali denominate Il bosco verticale
Di sicuro irsute.
Ma l'architettura dov'è?

04 novembre 2018

Mattoncini metropolitani


Un'idea decisamente brillante quella di creare una scultura realizzata coi mattoncini Lego e posizionarla all'aperto in una fontana nell'area della sede della Regione Lombardia a Milano.
È molto bello il soggetto scelto per quest'opera e affine alla presenza dell'acqua: le mani, indispensabili strumenti dell'uomo che si apprestano a raccogliere il prezioso liquido e forse a proteggerlo, sicuramente a valorizzarlo. Un messaggio semplice ma molto importante per la nostra e le future generazioni.
È certo che bisogna creare una barriera tra l'opera e il pubblico per evitare che qualche ficcanaso possa asportare i mattoncini che formano la composizione, in questo caso l'acqua della fontana fa da deterrente, salvo bagnarsi le scarpe e i piedi, e allontana i malintenzionati.
Ma al di là di questo limite mi piacerebbe che questo nuovo modo e materiale per creare opere scultoree fosse replicato e altri "monumenti" realizzati, un'idea fresca e di sicuro una novità.
Un fortunato incontro metropolitano

Carlo

30 ottobre 2018

In memoriam


Eccolo il mio amico Michi nel giorno del suo 70° compleanno, era il marzo del 2017 ed eravamo ancora lontani dai giorni tristi della malattia che piano piano se lo sarebbe portato via.
Adesso piango e onoro un grande amico, una persona buona, sempre cordiale e positiva, non solo con me che gli ero amico ma con tutti coloro che lo hanno conosciuto e che volentieri lo frequentavano per la sua disponibilità.
Caro Michele mi mancheranno tanto i nostri incontri davanti al tuo negozio di parrucchiere, le nostre lunghe chiacchierate, i discorsi seri attorno ai problemi che sempre affiorano nella vita o anche alle futilità che per fortuna ci accompagnano. Tu i discorsi li prendevi sempre un po' alla lontana e andava a finire che si facevano comunque un po' troppo lunghi e allora dovevo sviarti via per evitare che diventassero monologhi e poter prendere la parola anch'io. Forse te ne accorgevi ma lasciavi fare, scusami, sei sempre stato gentile.
Ti ricorderò sempre e ti porterò con me per il resto della mia vita. È stata una fortuna averti conosciuto.
Ciao Michi, tuo Karlainz.

25 settembre 2018

Corso Magenta 14, Milano


Rivedendo un vecchio film di Ermanno Olmi girato a Milano nel 1961 ho ritrovato in una inquadratura il portone di una vecchia casa di corso Magenta.
Per combinazione proprio lì ci abitava una mia zia che di tanto in tanto andavo a trovare e che m'invitava sempre a pranzo, ma al di là di questa simpatica coincidenza mi ha fatto piacere rivedere un luogo conosciuto e frequentato tanti anni fa e poterlo confrontare a come si è trasformato oggi.
A parte l'effetto nostalgia, sempre in agguato, è curioso notare come ai lati del portone con l'arco siano rimasti due locali di ristorazione, un tempo erano un caffè/tabaccheria e una gelateria, locali senza pretese come ce n'erano tanti in città, dai prezzi popolari e dall'aspetto andante, persino un po' dimesso ma autentico e senza tante ricercatezze.
Oggi al loro posto ci sono un bistrot e un sushi bar, locali dall'aspetto moderno e minimalista, molto "design oriented" e in linea con l'odierno stile del centro di Milano.
Non c'è un tempo migliore o peggiore da definire, solo due scatti lontani fra loro 57 anni: un espressivo e un po' sfocato bianco e nero che si confronta a un'immagine a colori di oggi, fatta col telefonino.
21mila giorni fa!

Carlo

09 settembre 2018

Vent'anni dopo


Sembra ieri e invece sono già passati vent'anni. Vent'anni senza Lucio Battisti.
Eppure la sua musica è sempre un po' presente fra noi e con noi.
Chi lo amava non lo dimenticherà mai è ovvio, ma anche chi lo ha conosciuto dopo e non ha vissuto gli anni magici delle sue canzoni, e ne sono passati 50, riconosce l'incanto di quelle strane e avvincenti melodie accompagnate sempre da parole toccanti e mai banali.
Altri cantautori, cantanti e musicisti ci sono stati con lui e dopo di lui, tutti molto bravi, alcuni di grandissimo valore, ma Lucio Battisti è speciale e lo si capisce in queste ricorrenze che lo celebrano. Lui è qualcosa di più.
La sua morte prematura – aveva solo 55 anni – ne ha accentuato la leggenda, e ancora prima la sua sparizione dalla scena pubblica ne aveva alimentato il mito.
Che peccato sapere che i diritti di diffusione della sue canzoni sono oggetto di contese giudiziarie in nome di una difesa a oltranza della privacy e di percentuali d'incasso tra gli eredi ed altri, un patrimonio di questa levatura dovrebbe essere goduto degli italiani liberamente, ma anche questa questione prima o poi si risolverà, è sicuro: le meschinità passano i valori restano.
E allora: ciao Lucio, ci farai ancora tanta compagnia con le tue canzoni e la tua voce inconfondibile. Ma ci trasmetterai anche tanta nostalgia: di un'epoca irripetibile, dei nostri anni giovanili, di un'Italia meno volgare e di tante altre cose ormai perdute.

Vent'anni dopo.

12 ottobre 2015

Il boschetto di bambù

















Commento queste foto con piacere e riapro di fatto il blog che per tanto tempo è rimasto inattivo.
È stata una bella sorpresa, gironzolando per Milano con la bici, incappare in questo boschetto di piante di bambù che si trova ai margini di un parco di quartiere di recente apertura, in via Segantini, nella parte sud della città molto vicino alla circonvallazione della filovia 90 - 91.
Per tutti dire bambù è dire oriente e Asia, ma non è così, questo piccolo appezzamento – una sessantina di metri per venti – è qui, nella nostra città, un regalo inaspettato di origine misteriosa.
Un posto speciale, curioso e raro, da vedere senz'altro e preservare con cura.
Lo segnalo come un luogo del cuore e un valore in più per Milano.

Carlo

24 gennaio 2009

Cuochi spaziali


Mamma mia che paura!

24 ottobre 2008

Il genio esiste. Oggi era a Milano


Il genio esiste e questa mattina si è manifestato in pieno centro.
Un uomo travestito da lavavetri ha smontato, senza che nessuno lo notasse, la vetrina di una gioielleria di lusso di via Montenapoleone e si è impossesato dei gioielli esposti, valore 700/800.000 euro, poi tranquillamente si è dileguato a piedi confondendosi fra i passanti.
Ai proprietari, che dall'interno del negozio non si sono accorti di nulla, quando hanno realizzato l'accaduto non è restato che chiamare le forze dell'ordine.
La polizia brancola nel buio.

12 ottobre 2008

Piccole futilità metropolitane


Questo grazioso oggettino è un timer che serve per la sosta in auto a Milano.
Si paga anticipatamente (€ 50) e al momento del parcheggio s'imposta la tariffa oraria, lo si attiva, lo si espone ben visibile sul parabrezza e lui comincia a conteggiare i minuti e a scalare il credito.
Molto utile per chi come me si muove in città in auto e vuole essere tranquillo e in regola, oltretutto se il parcheggio è di breve durata si pagano esattamente i minuti di sosta, non uno in più.

Contrordine compagni!

Troppo bello per durare: dalla scorsa settimana il suo costo è raddoppiato, adesso per comprarlo ci vogliono € 100 (anticipati e per un servizio non ancora utilizzato) e in più ogni volta che lo si attiva partono 30 minuti fissi, vale a dire che se anche mi fermo e lo uso per cinque ne pago 30.
È giusto? Non è giusto? Inutile domandarselo.
Però che male abbassare continuamente i calzoni e mettersi proni!

28 settembre 2008

Shalom Paul


Per lui parlano i titoli dei suoi capolavori:
Lassù qualcuno mi ama
Exodus
Lo spaccone
Hud il selvaggio
Detective's story
Nick mano fredda
Butch Cassidy
La stangata
Il colore dei soldi

Grandissimo.

19 settembre 2008

Reportage di viaggio


Ah, Versailles… il re Sole, la Pompadour e poi il fresco di Normandie e Bretagne.
C'è pure Saint Malo, non visitata, solo fotografata da lontano.
Noto adesso che c'è sempre tanto cielo nelle foto.

12 settembre 2008

Città stato


Lussemburgo.
Spiritoso il monumento di questa piazza e Gemma è perfetta.
Siamo qui perché teniamo parenti.

09 settembre 2008

Ci ritorni in mente


Eh sì, ci ritorni in mente caro Lucio.
Tra i grandissimi, Battisti è uno dei quattro punti cardinali della musica leggera italiana, insieme a Mina, Domenico Modugno e Celentano, tanto amato e ammirato in vita quanto, da parte sua, indisponibile a restituire affetto e gratitudine al pubblico.
Eppure il popolo dei battistiani masochisticamente lo adorava, ma si sa: ai grandi artisti si perdona tutto e non si deve chiedere niente, loro sono più vicini agli dei che al mondo reale.
Non mi piaceva il Battisti dell'ultimo periodo, troppo sperimentale, ermetico nella musica e nei testi, in anticipo sui tempi si diceva allora, ma non credo, nessuno ne ha fatto tesoro. Forse anche i grandi artisti non possono essere grandi tutti i giorni della loro vita e i capolavori nascono quando nascono, ma di sicuro per sei o sette anni, diciamo dal 1967 al '73, lui è stato toccato e sollevato dalla mano di dio, poi inevitabilmente la routine e il mestiere hanno fatto il resto.
Però che formidabili canzoni in quel periodo, tutte indimenticabili e sensazionali, un tumulto di emozioni. Eravamo giovani? Sì, certamente lo eravamo e questo conta ma c'era di più: una sensazione di novità che coinvolgeva tutti.
L'immagine che ho scelto l'ho trovata in rete, mi piace e ben rappresenta Battisti: è ruvida e anche un po' selvatica, come Mogol definì la sua voce inconfondibile.

Dieci anni dopo.