09 settembre 2008

Ci ritorni in mente


Eh sì, ci ritorni in mente caro Lucio.
Tra i grandissimi, Battisti è uno dei quattro punti cardinali della musica leggera italiana, insieme a Mina, Domenico Modugno e Celentano, tanto amato e ammirato in vita quanto, da parte sua, indisponibile a restituire affetto e gratitudine al pubblico.
Eppure il popolo dei battistiani masochisticamente lo adorava, ma si sa: ai grandi artisti si perdona tutto e non si deve chiedere niente, loro sono più vicini agli dei che al mondo reale.
Non mi piaceva il Battisti dell'ultimo periodo, troppo sperimentale, ermetico nella musica e nei testi, in anticipo sui tempi si diceva allora, ma non credo, nessuno ne ha fatto tesoro. Forse anche i grandi artisti non possono essere grandi tutti i giorni della loro vita e i capolavori nascono quando nascono, ma di sicuro per sei o sette anni, diciamo dal 1967 al '73, lui è stato toccato e sollevato dalla mano di dio, poi inevitabilmente la routine e il mestiere hanno fatto il resto.
Però che formidabili canzoni in quel periodo, tutte indimenticabili e sensazionali, un tumulto di emozioni. Eravamo giovani? Sì, certamente lo eravamo e questo conta ma c'era di più: una sensazione di novità che coinvolgeva tutti.
L'immagine che ho scelto l'ho trovata in rete, mi piace e ben rappresenta Battisti: è ruvida e anche un po' selvatica, come Mogol definì la sua voce inconfondibile.

Dieci anni dopo.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Scusa! credevo proprio tu fossi sola, credevo non ci fosse nessuno con te,oh,scusami tanto se puoi.....signore chiedo scusa anche ai gay!

Camillo

4:39 AM  

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